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In Italia da alcuni mesi ha attratto considerevole attenzione e generato ampie discussioni un tema che tocca il rapporto tra scienza e dimensioni etico-valoriali: la possibilità di utilizzo delle cosiddette «cure compassionevoli».
Al di là del caso specifico, che cosa pensano in generale i cittadini dell’opportunità da parte di un paziente gravemente ammalato di sottoporsi a terapie non ancora provate in maniera definitiva?
Solo il 13% crede che a nessuno debba essere permesso di usare terapie non ancora validate. Più di uno su cinque pensa che un paziente gravemente ammalato dovrebbe poter usare terapie non ancora definitive, solo se non c’è nessun’altra alternativa terapeutica. Il 63% dei rispondenti è d’accordo sull’opportunità per ognuno di decidere autonomamente della propria salute, cioè crede che ognuno debba essere libero di usare le terapie che più ritiene opportune, siano queste validate o meno; un’opinione diffusa in misura maggiore tra chi ha poche competenze scientifiche ma molta fiducia nella scienza.
Se un paziente gravemente ammalato vuole sottoporsi a terapie non ancora validate… (%; n=1005)
Fonte: Observa Science in Society, Osservatorio Scienza Tecnologia e Società 2013, www.observa.it/observa/observa
L’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società è un’iniziativa di Observa Science in Society, con il sostegno della Compagnia di San Paolo.
La rilevazione dei dati è stata effettuata tramite la tecnica CATI su un campione di 1005 casi, stratificato per genere, età e ripartizione geografica, rappresentativo della popolazione italiana con età uguale o superiore ai 15 anni.
Observa Science in Society è un centro di ricerca indipendente senza fini di lucro che promuove la riflessione e il dibattito sui rapporti tra scienza e società, favorendo il dialogo tra ricercatori, policy makers e cittadini.