Su Nova24 del 10 maggio, la nuova indagine dell’Osservatorio Scienza e Società
Gran parte dei problemi nel rapporto tra scienza e società sono spesso attribuiti all’ignoranza dei cittadini in materia di scienza. Ma gli Italiani sono davvero ‘analfabeti’ sul piano scientifico?
Gli ultimi dati dell’Osservatorio Scienza e Società di Observa offrono interessanti spunti di riflessione. Agli intervistati è stato chiesto infatti di valutare la verità o falsità di una serie di affermazioni legate alla scienza. Si scopre così che per oltre quattro italiani su dieci “il sole è un pianeta” e gli antibiotici sono ugualmente efficaci contro virus e batteri; oltre sei su dieci non sono in grado di riconoscere che “gli elettroni sono più piccoli degli atomi”.
Va un po’ meglio su altri temi: tre italiani su quattro riconoscono il DNA come caratteristico degli organismi viventi e sette su dieci il fatto che non tutti i numeri primi siano numeri pari.
E’ utile leggere questi dati anche in chiave comparata: ebbene, laddove è possibile il confronto, gli Italiani si rivelano poco distanti dalla media europea. Praticamente identica la quota di risposte corrette alla domanda sugli antibiotici (42% l’Italia, 43% la media europea); lievemente più bassa in Italia la quota di risposte errate alla domanda sugli elettroni (26% contro 29% in Europa), ma con una proporzione più elevata di non risposte.
L’alfabetismo scientifico è più elevato tra i maschi, i giovani e aumenta al crescere del titolo di studio: ma anche tra i laureati il 23% è convinto che il sole sia un pianeta.
L’articolo è stato pubblicato su Nova24 giovedì 10 maggio 2007.
I risultati completi dell’indagine sono disponibili qui.
L’Osservatorio Scienza e Società è un’iniziativa di Observa Science in Society, realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo. La supervisione scientifica è di Massimiano Bucchi (Università di Trento), Federico Neresini e Giuseppe Pellegrini (Università di Padova), in collaborazione con Valeria Arzenton.
La rilevazione è stata condotta tramite interviste telefoniche con metodo CATI su un campione di 988 casi, stratificato per genere, età e ripartizione geografica e rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 15 anni.